Una Gita al Monte Falò

La gita “fuori porta” era nell’aria già da un po’. Arriva l’estate e la voglia di fare qualche giro “epico” cresce come la durata delle giornate. Niente di trascendentale, per carità, ma almeno una gita di un giorno in qualche zona meno battuta del solito.
Già dal giovedì i primi messaggi con sondaggi su disponibilità ed interessi. Ma venerdì sera ero ancora sul vago, incerto dagli impegni delineabili solo all’ultimo momento.
Sicuramente l’area era circoscritta, per comodità ci riservavamo la zona del Mottarone, raggiungibile in circa un’ora dai più distanti, rispetto alle zone settentrionali della provincia di Varese, in cui i dislivelli apparivano – sulla carta – senz’altro più impegnativi.
Sabato mattina cielo terso, caldo importante ma non torrido, temporali previsti con probabilità più scarse nel tardo pomeriggio e cosa più importante, libertà assoluta di movimento!
Partono le telefonate: adesioni, ora, posto del rendez-vous, programma di massima. All’ultimo minuto, prendere o lasciare, chi c’è c’è.
Sono le 8:30 ed in un’ora devo preparare il tracciato e vestirmi. Ho una vecchia traccia, la modifico per cambiare il punto di partenza e rendere il giro fattibile rispetto ai nostri livelli e nei tempi disponibili.
Al termine della mappatura viene fuori un giro di una trentina di chilometri, poco meno di quattro ore e circa 1.100 di dislivello, con pendenze di rilievo limitate. Per noi, senza e-bike, è più che sufficiente. Due o tre tagli permetteranno eventualmente di accorciare se ce ne fosse la necessità. La meta principale il monte Falò, superbo punto di osservazione, e come ciliegina sulla torta, San Salvatore.

Alle 10:30 siamo a Brovello, il cimitero con il suo parcheggio rimane sempre un buon punto di partenza per disponibilità di spazio e acqua. Carlo è già arrivato, con noi si aggiunge Simone, il simpatico amico di Ugo, conoscitore della zona e attrezzato con e-bike.
Il programma prevede di salire costeggiando ad ovest il m.te Scincina verso Gignese, aggirare il motton Salé, raggiungere la Sp 41 che sale al Mottarone, cingere l’Alpe Farfossa per salire al M.te Falò a quasi 1100 metri. Poi scendere fino all’alpe Malora, ed ancora giù fino al torrente Agogna ad incrociare la SP 39, risalire ad est del m.te Scincina fino a San Salvatore a circa 800mt ed infine rientrare velocemente.
La partenza mette a dura prova animo e fisico. Avevo visto nel profilo altimetrico il colore rosso nella curva, ma i circa due chilometri non m’erano parsi così impegnativi. Invece poi controllando bene +250 in 1,5km denota una pendenza a due cifre, con punte del 19% che si sentono nel fiato e nelle gambe. Un incontro casuale a metà della salita permette all’ultimo del gruppo di raggiungermi e sorpassarmi, un rapido saluto e riprendo a spingere fino al pianoro.
Dopo il muro, si continua a salire più leggermente per un altro chilometro e mezzo fino a 750, poi una discesa anche un po’ tecnica ci porta alla strada che superiamo, riprendendo a salire duramente fino ai 900 metri dell’Alpe Pirio. Pianeggiante fino all’alpe Marta (7km in 1 h!) e poi ancora salita nel bel faggeto fino alla sorgente dell’Agogna dove a seguire si incrocia la strada che da Armeno sale al Mottarone. Siamo a quota 1050, sulla soglia dell’ora e trenta e dei 10 km, poche volte mi è capitato di incedere così piano.
Una breve sosta per ammirare il paesaggio e valutare il dar da farsi, si decide di proseguire prima che il caldo diventi micidiale. Il sentiero diretto che scende la costa è ormai invisibile ricoperto da felci, allunghiamo quindi la discesa sul manto asfaltato fino alla cappella, dove la fonte permette di riprendere le forze, rinfrescarci e mangiare un po’ di frutta e barrette. Si rievocano passati remoti ad opera di personaggi incredibili.